Prime Esperienze
Confesso che ho peccato
di Ginocondor65
15.11.2024 |
122 |
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"Come facevo da ragazzo dopo che i contadini avevano regalato a me e a un paio di amiche i giornalini con le fotografie dei sessi per vedere l’effetto che fa..."
Confesso che ho peccato.Mi sono iscritto a questo sito per stimolare i sensi del proibito. Ho provato a trascinare in questi meandri la mia compagna, che si eccita quando le racconto i desideri. Lei che ha un passato ben vissuto alle spalle (in tutti i sensi), ma alla fine ha detto inizia tu. Se mi porti una donna come quelle che te lo fanno venire duro, parteciperò anch’io dopo averti osservato mentre te lo fai succhiare. Ed eccomi qui a svelare fantasie. Non chiedo moneta, ma interazioni.
Sono un condor che vola alto nel cielo e osserva, scruta, vede tutto. Amo la donna, amo la femmina che gioca con la seduzione. Odio la violenza, inaccettabile nei confronti dei minori, un abominio. Ma anche quella perpetrata ai danni delle donne non la accetto ne’ la comprendo. Basta guardarsi intorno. Basta vedere quante di voi, generosamente si concedono in amplessi che nulla hanno a che invidiare ai film dei vari siti, quelli si’ che sono fake. Generose, si’, con tutto il bene che elargite, sia esso un pompino o una sborrata sulle tette per far felice il vostro lui. In un mondo che precipita nello sconforto dell’Intelligenza artificiale a me piace osservare, anche dal buco della serratura se serve. Come facevo da ragazzo dopo che i contadini avevano regalato a me e a un paio di amiche i giornalini con le fotografie dei sessi per vedere l’effetto che fa. Ci chiedevano di fare quelle cose. E noi lo facevamo, innocenti. Daniela, la piccola Daniela, mi dette un bacio, innocuo, sul pisello glabro. Un bacio, non succhio’ la prima volta. E loro ridevano. Due giorni dopo nella piscina comunale nuotai fin sotto le sue gambe sghembe, in apnea le spostai il costumino e baciai così la prima passerotta al sapore del cloro.
Un anno dopo feci il salto. C’era una vicina, moglie di un medico, che aveva due fanciulle più o meno della mia età. Giocavo con loro. Ma finivo sempre nel bagno di casa loro e aprivo il cassetto con la biancheria usata. Cercavo le mutandine di quella sposa e me le annusavo arrossendo. Mi masturbavo fino a sborrarci dentro, mi pulivo l’uccello e le rimettevo nel cesto dei panni sporchi. Mi feci pure un piccolo album con le foto ritagliate dal Postal Market, I primi reggiseni… misi una foto di quella donna che non aveva trent’anni. Mi segavi senza pietà. Non so perché ma mi disse che lei, ogni tanto, quando le figlie dormivano si dilettava col marito e gli faceva lo spogliarello. Non so perché mi stesse raccontando quelle cose, ma so che mi eccitava. Sentivo qualcosa di duro crescere nelle mutande. Non provavo vergogna anzi se potevo mettevo un bicchiere sulla parete, per rubate un sospiro.
Il primo bacio, quello vero, lo pagai. Con una ragazza che baciava tutti. Le portai una pagina di un settimanale sportivo con la firma, falsa, di un giocatore. Se mi baci te la regalo. Duro’ minuti indefiniti quell’aggrovigliarsi di lingue. Fini’ li’. Forse è stato questo inizio a deviare il pensiero dalla tradizione, dalle regolarità.
Per me la donna è in autoreggente, nelle trasparenze, nei seni generosi non cadenti, nel sedere ospitale, nella mente che apre labirinti senza soluzioni, perché la donna è più perversa e noi non possiamo farci niente, nelle caviglie fini, nelle arti divinatorie.
E voi, amici maschietti, sapete a cosa mi riferisco. Cosa c’è dietro la mano di una donna che serra il membro fino a fargli schizzare via lo zampillo del piacere. Quanti ne ha accarezzati e svuotati prima di concedersi a te. Prima timida, poi convinta, alla fine esperta. Vi svuota così quando non lo vuole dentro. Cosa c’è nella mente di una donna che si aggiusta le tette nel top mentre si guarda maliziosa allo specchio e pensa, senza dirlo, all’amante che più l’ha fatta godere, grande o piccolo che fosse il fallo. Stasera te lo faccio finire come un fagiolo lèsso quando decido io. Cosa c’è nella donna che si spalma la crema tra le fessure proibite se non il morboso senso dell’attesa. Quanto ne ha succhiati, consapevole che nell’atto di svuotare l’uccello, il suo lui pensa sempre a un’altra, a una vicina, a una pornostar, alla moglie di un amico, alla dirigente dell’azienda. E lei brava, diligente, si è giù con la testa e con la mano a spiegarti nei gesti la differenza che esiste tra una pipa, un bocchino e un pompino che non sono la stessa cosa anche se ti fanno sborrare mentre pensi sempre a un’altra.
Amo due momenti tutti miei. Quando osservo lei che mi desidera con gli occhi mentre succhia avidamente il mio seme. E quando mi interrogo allo specchio mentre lei ansima, sotto i colpi infoiati dell’estasi, mentre il piccolo buco cede e si apre a chi lo sa amare. Il culo è la prova d’amore quando sei alle prima esperienze. Quando fa male, all’inizio. Poi diventa una vocazione.
Mi piace sodomizzarla, stimolarla, prendermi cura della passera, infilarle dentro prima un dito per bagnarla bene, poi due incrociati, poi quello che mi passa nella mente. Sempre rispettandola nella sua femminilità. Può essere un gioco di ruolo. Ma il bel gioco dura poco, dicevano i vecchi. Loro che scopavano per dovere coniugale e sognavano le donne in pelliccia, il raso di seta unico indumento come nei film impossibili.
Vorrei scrivere di tutte le esperienze vissute.
Lo farò con questa sequenza: la mano, il seno, la bocca, il delta di Venere, le mele, bendato, le due forbicine, la prima donna, il servizio di leva, la modella, la videotecara, la gioiosa, il libro, la donna in carriera, alla consolle, la separata, la massaggiatrice, la coniglietta, la maestra, l’attrice, la sposa, la mantide religiosa.
Prima però fatemi sapere cosa ne pensate. Voi femmine della natura. Rispetto tutti ma sono etero e non mi interessa altro. Certo vorrei montare una sposa mentre il suo lui osserva. Perché forse sono felici così e io vorrei schizzare di gioia solo con lei. Sul suo viso, sulle tette mentre gliele struzzo, nel culo dolorante. Mandatemi commenti care femmine vogliose. Mi concederò solo a chi sa eccitare davvero la mia fantasia
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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